Come si avvicinava il mese di agosto del 1969, data prevista per andare in pensione, Alfredo Del Rosso cominciò a rammaricarsi di dover lasciare il suo pastorato alla Chiesa del Nazareno di Civitavecchia, in Italia. Cercò di persuadere il soprintendente missionario Roy Fuller di lasciarlo solo ancora un altro anno in quella città costiera, suggerendogli che il giovane Salvatore Scognamiglio –che era destinato a rimpiazzarlo – fosse inviato per quel periodo a lavorare in un'altra chiesa. Forse l'allora settantanovenne Del Rosso aveva la paura dell'ignoto, temendo di trovarsi completamente pensionato. Era solo, ora che Ninì era partita. Però, Roy Fuller non si lasciò commuovere e gentilmente, ma fermamente, insistette che Del Rosso se ne andasse come previsto e lasciasse il posto a Scognamiglio.
Nei pensieri di Del Rosso ci potevano essere delle incertezze economiche. Infatti, dal momento in cui egli lasciava il suo posto, avrebbe continuato a ricevere solo i 120$ dollari mensili di pensione che gli erano stati accordati nel 1961. Infatti, come non sarebbe più stato pastore, non gli sarebbero stati dati né l'alloggio né i servizi di cui aveva beneficiato durante il suo pastorato a Civitavecchia. Come conseguenza della perdita di questi benefici, Alfredo Del Rosso andò a vivere con sua figlia Maria e la sua famiglia nel loro appartamento di condominio di Prato. Suo genero Alberto Parenti era diventato rappresentante di relazioni pubbliche per l'enorme associazione di fabbricanti tessili italiani la cui sede centrale si trovava vicino a Firenze. Salvatore Scognamiglio con la sua famiglia arrivò dal Collegio europeo nazareno di Busingen (Germania) per esercitare in qualità di pastore della communità di 90 membri di Civitavecchia.
Quanto a Alfredo Del Rosso, egli non andò in pensione per restare su una poltrona a dondolo, ma continuò a fare qualche lavoro di traduzione. Nel 1970 egli scrisse a Roy Fuller che aveva terminato una revisione accurata della traduzione del Manuale nazareno che aveva fatto qualche tempo prima. Quel manuscritto particolare non fu tuttavia mai stampato.
L'opera del distretto per cui Del Rosso aveva steso le fondamenta continuò ugualmente a progredire. Nel 1971, due altri uomini furono ordinati e quell'estate fu creato il primo campo di giovani del distretto (gli Italiani avevano già partecipato in due istituti di giovani di tutta l'Europa).
Dopo che la proprietà fu comprata a Montesacro, nella periferia di Roma, essa fu rinnovata per servire da chiesa, da ufficio e da residenza parrocchiale. I Fuller invitarono Del Rosso a fare il discorso di apertura, ma egli non poté fare il viaggio da Prato a Roma a causa di una tempesta di neve. La nuova cappella era situata vicino alla casa di Noemi, la figlia di Del Rosso, cosicché essa con la sua famiglia si giunse ai Boccini e ai Fuller per formare il primo nucleo di quella communità. Due delle altre figlie di Del Rosso, Febe e Lea, facevano parte dell'Esercito della Salvezza in Inghilterra e in Italia.
Riflettendo la sua preoccupazione per la salute spirituale della sua famiglia, Del Rosso scrisse a Roy Fuller nel novembre del 1973, "Che Dio benedica tutte le nostre care famiglie e che ci dia di vedere tutti i nostri cari salvati e santificati dallo Spirito Santo." Era solo normale che Del Rosso sperasse che i suoi figli e nipoti facessero parte di una seconda e terza generazione di Nazareni e che portassero avanti il suo retaggio. Ciò non si avverò al punto da lui sperato, ma dopo tutto la sua famiglia era già cresciuta quando egli era divenuto un Nazareno nel 1948.
La visione di Alfredo Del Rosso per un'opera della santità che raggiungerebbe ogni Italiano era ancora viva in lui al fine della sua vita. Nell'aprile del 1973, egli scrisse a Roy Fuller, "Che il Signore ci dia un risveglio della predica del Santo Spirito e l'Italia ritornerà ad essere come era ai tempi dei primi santi e apostoli di Roma."I suoi sogni si stendevano anche oltre i confini dell'Italia. Nel marzo del 1934, Del Rosso lanciò un appello commovente perché un pastore italiano fosse inviato a esercitare il suo ministerio presso la popolazione italofona nella zona di Schaffhausen, vicino al Collegio nazareno europeo, in Svizzera. Dopo trent'anni, questo appello è rimasto ancora senza risposta.
Dopo la nostra assegnazione in Italia nel gennaio del 1974, una storia con le foto dei nuovi missionari e dei posti di assegnamento fu pubblicata nel giornale Herald of Holiness(adesso chiamato Holiness Today). Appena ricevuta la sua copia, Del Rosso scrisse a Roy Fuller, "Ho visto nello Herald of Holinessle foto dei due nuovi missionari in Italia. Che il Signore li benedica e li porti nel nostro paese con le Sue benedizioni. Saranno due nuove anime operanti in Italia che credono nella piena salvezza dal peccato."
All'assemblea di distretto del 1975 tenuta nell'edificio della chiesa di Moncalieri appena inaugurata nella periferia di Torino, il capo di distretto fu confrontato a una confessione di adulterio da parte del Rev. Ricciardino, uno degli uomini ordinati nel 1971 e che era allora pastore della communità di Moncalieri. La chiesa dovette domandare a Ricciardino di rendere le sue credenziali di ordinazione (ordained elder). Dopo una triste riunione del Consiglio Italiano delle Credenziali Ministeriali con il Soprintendente generale Edward Lawlor, Del Rosso scrisse a Roy Fuller, "Manda, caro fratello, manda giovani missionari . . . . L'opera nazarena andrà avanti e prospererà. Ogni chiesa sarà risvegliata. Altre chiese vi si aggiungeranno. Dei giovani consacreranno la loro vita e frequenteranno la scuola biblica per prepararsi all'opera della santità in Italia. Alleluia! Dio è con noi!"
Questo era il genere di lettera incoraggiante che Roy Fuller aveva bisogno di ricevere in quel momento. Solo due anni prima egli aveva dovuto ritirare le credenziali ad un altro pastore italiano, il Rev. Izzo, che era stato preso mentre rubava dei soldi da una libreria in cui lavorava a Napoli. Ora un altro promettente ed efficace ministro aveva permesso a Satana di entrare nella sua vita e di distruggere il suo ministerio in seno alla chiesa. Questi erano colpi duri per il missionario Fuller, ma il forte sostegno e l'incoraggiamento di Del Rosso aiutavano ad alleviarli.
Alfredo Del Rosso aveva certamente i propri difetti, però passava la sua vita a proclamare la piena salvezza da ogni peccato. Invecchiando, non diventò amaro. Non si rammaricò del modo in cui la giovane generazione gestiva le cose della chiesa, né espresse mai il minimo timore per l'avvenire della sua esistenza.
Quando nel 1975 gli fu chiesto di tenere uno studio biblico la mattina al campo familiare nazareno sulla Riviera ligure, Alfredo Del Rosso adoperò una sessione per condurre Olga Spannacini al Signore. Olga era venuta al campo per aiutare suo figlio andicappato che era stato membro della communità fiorentina per due decenni. Il fuoco acceso nel cuore di questa donna di 65-anni dopo la sua conversione le dettò di portare ben presto al Signore una nipotina dell'età delle elementari e poco dopo una delle sue due figlie col marito – tutto ciò fu il risultato della chiara testimonianza e della persistenza di Del Rosso.
Fino alla fine della sua vita nel 1985, la sola preoccupazione di Alfredo Del Rosso restò che i Nazareni conservassero una dottrina chiara della santificazione intera e che questa esperienza fosse una realtà nelle loro vite. Nel febbraio del 1975, in una lettera a Roy Fuller egli notava, "Grande è il bisogno di predicare la vera santità." In quello stesso mese, durante una conferenza evangelica del distretto a Roma, lo vidi prendere a parte Domenico Calabrese, un predicatore fiorentino locale, per spiegargli “più chiaramente il cammino della santità”, dopo che Calabresse disse qualcosa che Del Rosso pensò rivelare qualche confusione teologica da parte sua.
Ad Alfredo Del Rosso piaceva ancora suonare la fisarmonica e quasi ogni domenica viaggiava in autobus per 20 km per andare da Prato a Firenze e partecipare al culto mattinale. Faceva anche dei rimpiazzamenti come predicatore quando i pastori erano via. Tuttavia, l'età cominciò a farlo rallentare. Una sera durante l'assemblea di distretto di Firenze nel 1976, egli si sentì male e fu dovuto essere portato all'ospedale da Maria e suo marito. I delegati si preoccuparono molto per lui e fecero pure delle preghiere speciali. La sera dopo, Del Rosso si sentì abbastanza bene per esercitare qualche autorità e dimettersi lui-stesso dall'ospedale.
Un fatto paradossale della vita personale di Alfredo Del Rosso è che lo stretto programma di una ripresa cinematografica gli impedì di figurare nel Missione Europa,un film del 1970 prodotto sull'opera e sul ministerio nazareni in Europa. Le riprese dovevano essere fatte nell'estate del 1974 subito dopo la Conferenza della Giovinezza Mondiale Nazarena in Svizzera. Durante quel particolare periodo però, Alfredo Del Rosso era in vacanza fuori dal paese con la famiglia e gli amici. Così, il responsabile principale dell'impiantazione della Chiesa del Nazareno nel continente europeo è stranamente assente da quel documentario.
Quale valutazione fare oggi di Alfredo Del Rosso, questo uomo riverito da certuni e malignato da altri? Ebbene, egli e sua moglie sono stati strumentali nell'impiantazione delle due chiese nazarene principali in Italia, quella di Firenze e quella di Civitavecchia. Tramite lui, quasi tutte le altre congregazioni esistenti furono iniziate, sia come risultato dei suoi contatti o di contatti fatti dai suoi contatti. Aiutò a lanciare il programma di pubblicazione e era soprintendente allorché fu lanciata la scuola biblica, che si fuse dopo con la scuola tedesca per diventare il Collegio nazareno europeo.
La seconda generazione di Nazareni ha dato il cambio all'antecedente. Il figlio di Angelo Cereda frequentò il Collegio Nazareno Europeo per prepararsi al ministerio ed è ora il capo nazareno in Sicilia. Elide Capannoli (della famiglia Lagomarsino di Firenze) aprì la sua casa a Siena per cominciare l'opera nella città dove Del Rosso crebbe. Alla fine del 1970, il distretto italiano aveva sorpassato il 40 percento dell'autonomia finanziaria ed aveva accettato la sfida di diventare un distretto regolare nel 1990, quando Alfredo Del Rosso avrebbe compiuto cento anni (egli morì nel 1985 all'età di 95 anni). All'assemblea del distretto del 1977, Salvatore Scognamiglio fu nominato soprintendente di distretto da V. H. Lewis.
All'assemblea di distretto del 1975, il Soprintendente generale Edward Lawlor lanciò un messaggio commovente durante la sua predica intitolata: "Abitato da una visione." Mi domandate quale è la mia valutazione di Del Rosso? Penso che egli fu un uomo abitato da una visione. Gettando uno sguardo agli anni passati, pare veramente ch'egli si trovasse al posto giusto al buon momento e permise allo Spirito Santo di guidarlo con questa visione.
Autore: Howard Culbertson
Traduttrice: Benedetta I.
Pignataro --
La documentazione per stendere questa biografia è stata raccolta in Italia, verso la fine degli anni 1970, da lettere, libri, articoli di riviste ed interviste con principali personalità, fra cui diversi missionari operanti in Italia, Alfredo Del Rosso in persona (1890-1985) e membri della sua famiglia. Molte persone intervistate per la sua biografia sono ora morte.