Come dice il Signor Culbertson in questa biografia in rete del Pastor Alfredo Del Rosso, costui era per così dire cresciuto a casa Padelletti. Infatti, mio nonno, il Dott. Carlo Padelletti, era stato suo maestro alla scuola domenicale. Ancora oggi, cinquanta anni dopo la sua morte, a Montalcino e nelle zone circostanti, c'è gente che si ricorda di mio nonno e della sua generosità e c'è anche molta gente che si ricorda del Pastor Del Rosso, di sua moglie Ninì e dei loro cari figlioli.
Io, veramente, mi ricordo più delle figliole che di Paolo. Nel 1945, dopo la guerra, si andò con mia nonna a trovare i Del Rosso a Firenze. Io dovevo avere suppergiù cinque anni e le figlie del Pastore, tutte delle belle e simpatiche figliole, si erano occupate di me con molta sollecitudine. Poco dopo il nostro arrivo, le ragazze mi dissero che mia nonna voleva che andassi a raggiungerla nel salotto dove c'era un concerto. Detto fatto, mi precipito verso mia nonna che era seduta in controluce vicino a una finestra. Allora, mia nonna mi dice di fare il giro del salotto e di salutare tutti gli ospiti facendo l'inchino, come mi aveva insegnato. Ero decisa a fare buona impressione. Però, ora che avevo la luce alle spalle, mi resi conto che il salotto era pieno di bei negri sorridenti, ma più questi sorridevano, più brillavano i candidi denti e più io tremavo dalla paura. Era la prima volta che vedevo gente di colore ed ero così spaventata che urlavo come una sirena. Le figlie del Pastore pensarono a calmarmi e mia nonna mi obbligò a tornare nel salotto e a scusarmi per la partaccia che avevo fatta agli ospiti del Pastore. E questi bei ragazzi, che erano membri dell'esercito americano e anche bravi musicisti, mi regalarono tante caramelle e cioccolatini che ne feci una solenne indigestione, al punto che anche ora non posso vedere roba zuccherata. Si, sì, mi ricordo bene di quell'orchestra e di quel giovanotto che suonava il violino sulla lama di una sega...
Cosicché, quando per caso ho trovato in rete la biografia di Del Rosso, ho scritto all'autore domandandogli se una traduzione in italiano l'interessasse ed il Signor Culbertson mi ha risposto affermativamente. Ci ho lavorato la sera fino alle piccole ore del mattino, rivivendo a sprazzi le memorie del passato: un viaggio a ritroso nel tempo che vale a volte la pena di fare. Vorrei ringraziare mia cugina, la Sig.ra Dora Grenier, anch'essa Montalcinese, che mi ha dato una mano nella correzione.
Buona lettura!
-- Traduttrice: Benedetta I. Pignataro,
Prima d'incontrare Alfredo Del Rosso, me lo ero figurato in modo completamente diverso. Eravamo stati inviati come missionari in Italia nel febbraio del 1974. Quell'estate, passai l'ultima fine settimana a casa dei miei genitori, prima di partire per l'Italia. Spesi una mattinata nella biblioteca di quella che è ora conosciuta come l'Università Southern Nazarene. In quel mattino dell'estate 1974, passai in rivista i vecchi numeri di Other Sheep,l'antica rivista missionaria della Chiesa del Nazareno. Stavo cercando informazioni e leggevo ogni cosa sul lavoro compiuto dalla Chiesa del Nazareno in Italia.
Vi trovai un sacco di articoli scritti da Alfredo Del Rosso. Vi scoprii pure un vecchio volume del 1948, Mi capitò sotto gli occhi un'intervista in cui c'era una foto della faccia di Del Rosso e dovetti immaginarmi il resto del corpo. Pensai che fosse una persona alta e imponente. Potete quindi immaginarvi la mia sorpresa quando lo incontrai di persona per la prima volta a una riunione di pastori a Roma, al mio arrivo in Italia. Là, nel piccolo santuario della nostra chiesa romana, mi sono sorpreso a guardare Alfredo Del Rosso dall'alto – e io stesso misuro solo 1,68 m (5' 7")!
Rimessomi dallo sbalordimento di quanto fosse diversa dalla realtà l'immagine che mi ero fatta di lui, scoprii che Alfredo Del Rosso era veramente impressionante, facendo astrazione della sua statura fisica. Durante gli ultimi 75 anni della sua vita, era animato dalla sola proclamazione del messaggio di santità tramite la seconda benedizione. In realtà, uno dei miei ricordi più vividi di lui è un incidente sui gradini davanti alla nostra cappella nel semi-terrato della chiesa di Roma. Barbara ed io stavamo ancora dimenandoci con i corsi di lingua e Del Rosso era venuto a Roma per un servizio speciale. Dopo, eravamo andati fuori a parlare. Lo sentii dire: “La santità fà senso nel modo di pensare degli Italiani. Tutta la sua vita, l'Italiano cerca di lavarsi dal peccato per raggiungere un sentimento interiore di purezza. La dottrina biblica di intera santificazione è esattamante ciò che ha continuamente cercato”
L'idea di scrivere la storia della vita di questo sorprendente uomo era in parte nata dal mio desiderio di riconciliare due affermazioni contrarie che continuavo a udire sulla sua vita ed il suo ministerio. Alfredo Del Rosso non era persona da essere ignorata tanto dai colleghi italiani che americani. Viveva pure in un'epoca in cui l'etnocentrismo e l'insensibilità culturale regnavano di nascosto fra i capi della chiesa. Alfredo Del Rosso aveva una forte personalità ed era riverito o disdegnato. Questo mio desiderio proveniva quindi in parte dalla mia curiosità di scoprire chi egli realmente fosse e mi spinse a intraprendere una ricerca estensiva della sua vita. Ciò si avverò essere uno studio molto piacevole. Nonostante Alfredo Del Rosso non fosse sovrumano, egli era però dominato dal sogno di partecipare a un movimento fiorente di santità in Italia. Bisogna aggiungere a credito di Del Rosso il fatto che (come il missiologico Nazareno Paul Orjala lo ha indicato) è quasi il solo leader indipendente di una delle zone missionarie mondiali a fusionare il lavoro già fatto con quello della Chiesa del Nazareno, continuando poi a lavorare fino a diventare egli-stesso un leale Nazareno. La maggioranza degli altri leaders indipendenti che fusionarono con la Chiesa del Nazareno trovarono difficoltà ad abbandonare il loro posto di capi per raggiungere i ranghi inferiori della ierarchia di un'organizzazione più grande. Che Alfredo Del Rosso sia una figura importante della storia nazarena può essere notato dal fatto ch'egli è stato menzionato nella breve storia ufficiale delle denominazioni al principio del Manuale Nazareno.
Devo ringraziare amici comprensivi su entrambi le due sponde dell'Atlantico per avermi lasciato leggere la corrispondenza, raccontandomi storie e condividendo con me i loro ricordi e archivi in modo da fornirmi l'informazione necessaria. Evito fare una lista di queste care persone – Italiani, Americani e Svizzeri – che hanno pazientemente risposto alle mie domande e che mi dissero tutto ciò che sapevano su Alfredo Del Rosso. Questa lista sarebbe molto lunga e ne dimenticherei senz'altro qualcuno. In ogni modo, devo una parola di ringraziamento a Edward Lawlor per i suoi incoraggiamenti, al principio di questo progetto. Sono anche debitore verso mia moglie ed i miei figli che mi permisero di passare la più gran parte delle mie vacanze a mettere assieme tutte le mie note per fare la prima bozza di questo manoscritto. [ continua a leggere ]
Di essere inviato in quella scuola protestante privata era per Alfredo una decisione sorprendente. Aveva sempre pensato di essere cattolico. Così, domandò a sua madre perché lo mandava alla scuola protestante. “É meno cara, figliolo,” essa gli rispose semplicemente. . . . [ leggi oltre ] |
La documentazione per stendere questa biografia è stata raccolta in Italia, verso la fine degli anni 1970, da lettere, libri, articoli di riviste ed interviste con principali personalità, fra cui diversi missionari operanti in Italia, Alfredo Del Rosso in persona (1890-1985) e membri della sua famiglia. Molte persone intervistate per la sua biografia sono ora morte.
-- Autore: Howard Culbertson,