Autore: Howard Culbertson
Traduttrice: Benedetta I.
Pignataro -
La denominazione di Chiesa del Nazareno fu legalmente accordata dal governo italiano nel 1961. Questo riconoscimento non era, malgrado tutto, il segno dell'apertura di un nuovo terreno missionario per i Nazareni. Dall'estate del 1948, i dipartimenti domestici e mondiali del Consiglio generale Nazareno avevano diretto e finanziato l'opera missionaria in Italia. In realtà, la data del 1948 è troppo recente, perché le radici del movimento Nazareno nello Stivale si possono far già risalire al 1890.
Negli Stati Uniti, il 1890 era l'anno in cui un predicatore metodista chiamato Bresee si era spostato dal pastorato della Chiesa metodista a Pasadena, in California, a quello della Chiesa metodista Asbury a Los Angeles, uno spostamento questo in parte causato dalle pesanti critiche che aveva ricevuto per aver predicato con insistenza la santità proveniente dalla seconda benedizione.
In quella stessa estate del 1890, a un quarto di strada intorno al mondo, Italo Del Rosso, un ferroviere che abitava a Poggibonsi, una cittadina di dieci mila abitanti dell'Italia centrale circondata da uliveti e da vigneti, aveva avuto un terzo figlio. Se la tradizione italiana fosse stata seguita, un grande fiocco blu avrebbe dovuto essere appeso sopra la porta della casa familiale di Alfredo Del Rosso. È tramite Alfredo che Dio avrebbe impiantato la Chiesa del Nazareno nella penisola dell'Europa meridionale dove la cristianità aveva trovato un terreno fertile nel suo primo secolo di esistenza.
La famiglia Del Rosso era in un qual modo tipica del suo tempo. Italo, come quasi tutti gli Italiani dell'epoca, suonava la fisarmonica. Dal punto di vista religioso, egli era cattolico, mentre la moglie, attratta da un nascente socialismo umanistico, diceva di essere atea. Tuttavia, l'Italia è tradizionalmente incrustrata da secoli di cattolicesimo. La tradizione familiale profondamente radicata è spesso più forte delle credenze personali, per cui una settimana dopo la sua nascita, il 7 luglio, Alfredo fu battezzato nella piccola chiesa collegiale di Poggibonzi.
Poco dopo, il padre di Alfredo Del Rosso fu trasferito dalle Ferrovie a circa venti kilometri al Sud di Siena con le mansioni di supervisore del reparto del cargo. Così, Alfredo fu allevato a Siena. Il fatto di vivere lì, permise a Afredo di avere una visione più vasta del mondo che se fosse rimasto nella piccola cittadina di Poggibonzi.
Siena, come la maggior parte delle città italiane, è antica. Ancora oggi, sembra essere stata preservata intatta dal Medioevo. È piena di edifici di pietra in un dedalo di stradine selciate. La vecchia città giace in forma di “Y” attraverso tre colline dirupate. A causa del terreno dove sono costruite, le vie di Siena diventano ripide scalinate che menano a ristoranti sotterranei o a magnifiche chiese. La prima comunione dei giovani cattolici romani può avvenire circa all'età di sette anni. Così, Alfredo cominciò a frequentare la scuola di catechismo, con i suoi compagni del vicinato, alla parrocchia della chiesa. Tutto lasciava credere che Alfredo Del Rosso sarebbe divenuto un normale cattolico italiano. Portava con se piccole immagini di santi porta fortuna e possedeva una statua della Madonna a capo del suo letto. Però, fu proprio in quella classe di preparazione alla comunione che Alfredo cominciò ad avere delle esperienze allarmanti. Era un giovane esuberante di natura e, secondo ciò ch'egli ci ha riferito, il prete si comportò veramente male con lui, picchiandolo, minacciandolo e mettendolo fuori dalla classe per punirlo. A volte, obbligavano i bambini a pregare inginocchiati sui ceci secchi sul duro pavimento di marmo. Queste punizioni avevano poco effetto sull'anima del piccolo Alfredo, allontanandolo invece da ciò ch'egli cominciò a credere fosse una caricatura del vero cristianesimo. Per colpa dei cattivi trattamenti ricevuti, Alfredo non arrivò mai fino alla cerimonia della prima comunione.
Alfredo aveva raggiunto l'età di andare a scuola. La famiglia voleva ch'egli ricevesse un'educazione, così presero una decisione basandosi unicamente su considerazioni finanziarie – o almeno così credevano. Sua madre decise di mandarlo alla scuola elementare valdese piuttosto che alla scuola cattolica della parrocchia.
In Italia, le scuole statali erano ancora poche e lontane. I genitori avevano poche scelte a Siena. C'erano le scuole private, quelle cattoliche o quella della Chiesa valdese – fondata circa nel 1200 in Italia del Nord e che da circa più di un secolo aveva avuto legami con i Presbiteriani americani. Verso la fine degli anni 1890, i valdesi avevano 40 scuole elementari in Italia. Una di queste si trovava per l'appunto a Siena.
Il fatto di essere inviato in una scuola privata protestante sembrò ad Alfredo una decisione per lo meno sorprendente. Aveva sempre pensato di essere un cattolico. Domandò a sua madre perché lo mandava in una scuola protestante. “È meno cara, figliolo”, gli rispose essa.
Nella scuola valdese, Alfredo fu trattato in un modo diametralmente opposto dal modo in cui era stato trattato prima. Almeno dal suo punto di vista, l'atmosfera nella scuola protestante era molto diversa dall'ambiente cattolico romano. Descrive gli insegnanti protestanti come persone gentili. Aveva l'impressione che gli volevano bene anche nei suoi momenti più difficili.
Anche se il liberalismo ed il formalismo avevano già cominciato ad influenzare la chiesa valdese, la communità sienese inviava un pastore ad insegnare settimanalmente il catechismo ai bambini delle elementari. Il pastore proclamava la salvezza tramite il sacrificio del figlio di Dio per riscattare i peccati del mondo in perdizione, compreso il piccolo Alfredo che non sembrava sempre ascoltare.
Alfredo Del Rosso cominciò pure a frequentare la scuola domenicale alla Chiesa valdese assieme a un centinaio di altri bambini fra i cinque e i quindici anni. La gente là parlava di un Cristo vivente, un Cristo che era più di una fotografia o di una pittura su carta portata addosso per scaramanzia. Durante la preparazione del Natale, Alfredo ricevette la sua prima Bibbia. Ai suoi occhi, questa era un vero tesoro. Portò la Bibbia a casa e cominciò a leggerla alla sua famiglia.
Tuttavia, fu solo quando raggiunse l'adolescenza che Alfredo Del Rosso diventò un credente “nato di nuovo”. In quel momento, esso aveva terminato i cinque anni della scuola elementare valdese ed aveva cominciato a lavorare, studiando di sera per ottenere il suo diploma delle scuole medie. Egli così descrive la sua conversione: “ Nel giorno di Pasqua del 1907, all'età di diciassette anni, ho accettato Gesù quale mio Salvatore personale . . . I miei peccati erano perdonati; Ricevetti Gesù nel mio cuore. Fui rigenerato e cominciai una nuova vita, non solo una nuova religione… Senza alcun rammarico, lasciai la Chiesa cattolica."
Presente in chiesa, quella domenica di Pasqua, c'era il Dott. Carlo Padelletti, il maestro della scuola domenicale di Alfredo. Il Dott. Padelletti era un ricco medico i cui antenati risalivano a Melancthon – il braccio destro di Martino Lutero all'epoca della Riforma. Quel mattino, poco lasciava prevedere al Dott. Padelletti che fra vent'anni quel piccolo adolescente diventerebbe il suo consigliere spirituale e che officierebbe ai suoi funerali. Per l'adolescente Alfredo Del Rosso, la conversione di quella domenica di Pasqua era più di una crisi emotiva passaggera. Aveva realmente confidato la sua vita al Signore. Da quel momento in poi, dice suo nipote Raffaello, "Egli sapeva dove si dirigeva. Non era come il resto di noi Italiani."
Nell'autunno di quello stesso anno, ebbe luogo una fusione a Chicago, Illinois, fra le radici Est e Ovest della Chiesa del Nazareno. In quella fusione del mese di ottobre1907, un movimento missionario americano della santità, fra i cui fondatori si annoverano H.F. Reynolds e Susan Fitkin, nacque nella Chiesa del Nazareno le cui basi furono gettate a Los Angeles. Mentre ciò succedeva negli Stati Uniti, un nuovo nato in Cristo nella storica città di Siena, in Italia, cominciava un pellegrinaggio spirituale verso l'abbondante vita dello spirito. Questi due eventi furono dei passi decisivi in una catena di avvenimenti successivi che avrebbero portato all'Italia un fervente e fedele testimone della Santità.
Due anni dopo, nel 1909, l'allora diciannovenne Alfredo cominciò il suo servizio militare – una carriera che totalizzò 12 anni di servizio attivo nelle due Guerre Mondiali. Quando, dopo il reclutamento, fu offerto ai soldati italiani di essere stazionati nelle loro rispettive città di origine, Alfredo Del Rosso si arruolò un anno prima di quel che avrebbe dovuto per fare il suo servizio militare. La sua vita in seno alla chiesa era diventata così importante per lui che non volle essere inviato lontano da casa sua. Allorché fu sotto le armi, Alfredo cominciò a testimoniare la sua fede in Cristo davanti ai suoi compagni militari. Facendo conoscere la sua fede e spiegando le scritture, Alfredo Del Rosso scoprì che ciò gli dava un profondo senso di soddisfazione. Non se ne accorse subito, ma il Signore lo stava già munendo per una vita di ministerio della Parola. Verso la fine dei suoi tre anni di servizio militare obbligatorio, l'Italia sognando di restabilire l'Impero romano, invadeva la Libia nell'Africa del Nord. Nell'ottobre del 1911, questa invasione era il primo passo verso la realizzazione dei sogni espansionistici di possedere un impero colonialistico italiano. La presa della Libia era giustificata, come il governo italiano disse al popolo, per fermare l'emorragia dell'emigrazione verso gli Stati Uniti ed altri paesi ricchi. Allorché molti soldati amici di Afredo erano mandati a combattere contro i Mori e a morire in Libia, l'assegnazione del caporale di prima classe Alfredo Del Rosso non lo portò più lontano di Roma, dove gli fu affidata la responsabilità dei trasporti ferroviari. Le sue mansioni comportavano molti viaggi in treno, che gli lasciavano molto tempo per meditare e anche per scrivere. Fu durante quel periodo che Alfredo Del Rosso finalmente si decise ad accettare il ministerio a vita come volontà di Dio. Questo suo richiamo non gli era venuto tramite qualche evento miracoloso o come una visione. Gli venne invece come una crescente convinzione e certezza che tutti i segni gli indicavano la direzione di un servizio cristiano a tempo pieno. Così, mentre si trovava a Roma, contattò il moderatore della Chiesa valdese per parlare della sua preparazione. Era interessato a frequentare la Scuola Teologica Valdese che si trovava a Firenze, a circa 60 km al nord della sua città natale. Le norme di ammissione richiedevano il possesso di un diploma liceale, ma Alfredo non ne aveva. Tuttavia, il capo valdese accettò di intervenire in suo favore e eccezione fu fatta nel caso di Del Rosso. Il fatto di frequentare una scuola di formazione del ministerio fu per il Del Rosso una mossa capitale. Gli offrì l'occasione di ascoltare una testimonianza chiara della santità tramite la seconda benedizione ed anche di imparare l'inglese, ciò che gli avrebbe permesso di incontrare dei Nazareni.
Dopo aver terminato il servizio militare, Alfredo si trasferì a Firenze, la culla del Rinascimento, la patria di Savonarola, di Dante, di Macchiavelli e di Michelangelo. La scuola valdese era situata sulla riva sud dell'Arno, in un'antica casa costruita nel 1600 per una famiglia dal nome di Del Rosso. La scuola si trovava a circa tre vie dall'albergo in cui Martino Lutero aveva soggiornato prima di visitare Roma nel 1510.
Mentre Del Rosso stava lì, durante il suo corso di due anni di Scuola biblica, egli ebbe fra i suoi noti professori Giovanni Luzzi. A quel tempo, il Dott. Luzzi stava compiendo un lavoro immane che aveva cominciato nel 1906, sia una revisione completa della Bibbia in lingua italiana. Terminata nel 1924, questa versione raccoglieva il genere di accettazione universale da parte degli evangelisti italiani che la versione del Re James raccolse nel mondo anglofono fino a circa 50 anni fà.
"Durante il mio soggiorno nel collegio teologico," racconta Del Rosso, "pregavo di essere un buon servitore di Cristo, capace di vivere una vera e propria vita cristiana. Per lungo tempo, quasi sette anni, avevo cercato un'esperienza al di là della salvezza. I miei professori mi consigliarono di studiare l'inglese, il francese ed il tedesco per approfondire la mia conoscenza teologica. Però i libri non mi davano ciò che cercavo... La mia anima cercava qualcosa di più … E nessuno mi aveva ancora parlato della possibilità né della necessità di purgare interamente la mia anima, di una santificazione completa della mia vita.”
Ci volle una coppia di coniugi che aveva esperimentato il battesimo dello Spirito Santo in Svizzera per indicare a Del Rosso la necessità di purificare il cuore, alfine di accedere al rinnovo ed al potere di cui era assetato. Questa giovane coppia, i Coppini, erano i custodi dell'edificio della Chiesa Battista, che era stato un antico teatro e che si trovava dall'altra parte dell'Arno, proprio di fronte alla scuola valdese. Nell'agosto del 1914, Del Rosso era stato con altri studenti a una serie di culti speciali tenuti nella chiesa battista. Fu là che Del Rosso ascoltò il giovane fiorentino e la moglie svizzera testimoniare di qualcosa ch'egli non aveva.
“Volevo dire che non era vero,” dice parlando della loro testimonianza della santità tramite la seconda benedizione, “perché tutto ciò che avevo udito nei sermoni e nelle preghiere era che noi eravamo dei poveri peccatori.” Percependo il suo interesse, i Coppini lo invitarono a casa loro dopo il culto e là rimasero ore (anche durante un pasto) discutendo passaggio dopo passaggio la Parola di Dio. Per dare un esempio biblico, i Coppini rappresentavano Aquila e Priscilla per Alfredo Del Rosso, ed egli era il loro Apollo. Del Rosso racconta ciò che successe dopo che andò a casa quella sera:
"Andai da solo nella mia camera presso la scuola biblica. Era una piccola stanza addobbata con un piccolo scaffale per i libri, un lettino ed un tavolino. Cominciai a pregare con la Bibbia in mano e non ero rimasto a lungo nella preghiera quando la luce del Santo Spirito mi dimostrò che l'obiettivo dell'opera di Cristo era di salvare e di santificare interamente le anime … e che la mia anima poteva essere interamente santificata in quel momento dalla fede. Confessai il mio bisogno e domandai a Dio di purificare interamente il mio cuore. Rinunciai con gioia al mondo ed ai suoi piaceri per accettare un cuore puro, un cuore che era santo, riempito dallo Spirito Santo di Cristo. Ricevetti immediatamente e pienamente ciò che avevo domandato con fede a Dio. Il Signore operò il maggior miracolo nella mia vita, quello dell'intera salvezza. Egli mi santificò, mi prese tutto nel Suo seno. Il mio cuore esultava di gioia e la vita era bellissima e la stessa Firenze mi apparve come una città nuova.”
Quella notte, qualcosa successe realmente ad un giovane studente di teologia. Il giovane Del Rosso posò il suo pacchetto di sigarette per non riprendelo mai più. Si procurò un paio di libri sulla santità, uno scritto dal Commissario Samuel Logan Brengle dell'Esercito della Salvezza e l'altro scritto da William Booth, fondatore dell'Esercito della Salvezza. Fu in quei libri vecchi di vent'anni che trovò una spiegazione chiara, lucida e biblica dell'esperienza che aveva avuto nella sua stanzetta di Via dei Serragli. Quei due libri, assieme alla Bibbia, sarebbero stati gli unici libri di testo sulla santità che Del Rosso avrebbe avuto per i suoi futuri trent'anni. "Dopo incontrai i Nazareni," egli scherzò più tardi, "ed essi mi caricarono veramente con un sacco di roba."
L'esperienza di questo cambiamento del suo cuore avvenne nell'agosto del 1914. Malgrado egli non lo sapesse a quel tempo, la giovane Chiesa del Nazareno era in piena espansione negli Stati Uniti e già mirava l'Europa. Nella primavera di quello stesso anno, il Soprintendente generale Nazareno, Edward F. Walker, si era recato in Scozia per esplorare le possibilità di fusionare la Chiesa del Nazareno con la Chiesa pentecostale scozzese di George Sharp. A settembre, il Soprintendente H. F. Reynolds visitò le isole britanniche. Fu concordato che la fusione sarebbe finalizzata durante l'Assemblea generale Nazarena l'anno seguente negli Stati Uniti.
Lo storico Timothy Smith fa un'osservazione interessante a riguardo di un importante risultato dell'unione fra la Chiesa americana del Nazareno e la Chiesa pentecostale scozzese. Smith scrisse: "In questa fusione, fu concepita la visione di una comunione santa internazionale." Bisognò aspettare ancora trent'anni prima che questa visione si realizzasse in modo da includere l'Italia, È peraltro interessante, e forse anche significativo, di notare che Del Rosso fu salvato lo stesso anno che iniziò la fusione per creare negli Stati Uniti la Chiesa del Nazareno e ch'egli fu santificato lo stesso anno che la fusione fra le due sponde dell'Atlantico fece nascere "la visione di una comunione internazionale di santità."
Quasi nello stesso tempo, una ragazza adolescente di un gruppo battista di giovani veniva santificata interamente. Nata in una famiglia cattolica romana di Firenze nel 1968, Niny Batacchi fu attirata all'età di otto anni nella Chiesa valdese di Firenze tramite un programma natalizio. Qualche tempo dopo, Niny cominciò a frequentare la Chiesa battista. Si convertì nel 1913 all'età di sedici anni. L'anno seguente, il 1914, fu anche un anno capitale per Niny che fu santificata sotto l'inflluenza dei Coppini. La sua storia è la seguente: "Avevamo pregato circa due ore: un gruppo di giovani della Chiesa battista, il Pastore con sua moglie, e due studenti del Seminario valdese di Teologia, di cui uno di loro divenne poi il mio sposo. Ero la sola ragazza. Come potrei dimenticare quella sera, quell'ora, quell'istante in cui Dio parlò al mio cuore in modo così speciale? Potevo vedere tutta la bruttezza del mio cuore… Allora udii una voce che mi diceva insistentemente, Aspetta, ti ho toccata: la tua iniquità è spazzata via ed i tuoi peccati ti sono rimessi.'"
Dopo l'esperienza della sua propria santificazione, Alfredo ritornò alla Scuola biblica e cominciò a testimoniare di ciò che gli era avvenuto ai suoi professori e agli altri studenti. La loro reazione fu che Alfredo Del Rosso era diventato completamente matto. Dopo tutto, era sempre stato un poco eccentrico. Questo "Pentecostalismo," come lo chiamavano, sembrava tuttavia un po' troppo. Fra i membri della Facoltà, si cominciò pure a dire di non lasciar prendere il diploma a Alfredo Del Rosso. Alfredo disse loro: "Ebbene, non sono sicuro che genere di etichetta mi volete mettere addosso. Ma se ciò che ho è Pentecostalismo, allora suppongo che debba essere un Pentecostale."
Ciò che storicamente era stato un termine prettamente neutro – Pentecostale – era ora rapidamente associato esclusivamente con quei gruppi di persone che promuovevano il parlare nelle lingue (glossolalia or ecstatic utterances) come "prova" del battesimo dello Spirito Santo. In realtà, a quel momento negli Stati Uniti era questione nella Chiesa pentecostale del Nazareno di sbarazzarsi dell'aggettivo ‘pentecostale' perché suscitava troppa incomprensione (era stato aggiunto alla fusione nel 1907 e sarebbe stato tolto per decisione dell'Assemblea generale nel 1919).
Lo studio e l'amore di Del Rosso per le lingue cominciò qui, nella scuola valdese. In più dell'inglese, del francese e del tedesco, gli era richiesto d'imparare un poco di ebreo e di greco, come parte del corso di due anni alla scuola. Col passar del tempo, Del Rosso imparò anche il latino, l'arabo, lo spagnolo, il danese, il norvegese, lo svedese, il croato ed anche l'esperanto. (che era stato creato con l'intento ch'esso divenisse una nuova lingua universale). A causa del suo interesse e della sua facilità per le lingue, Del Rosso diventerà poi un predicatore ed un interprete in quattro lingue: l'italiano, l'inglese, il francese ed il tedesco. La scuola valdese fornì a Del Rosso pure una introduzione alla dattilografia e alla stenografia e qualche nozione di musica. Il talento ereditato da suo padre gli permise di suonare il mandolino, la chitarra, il violino, il piano, l'organo e la fisarmonica.
Questo dono musicale gli permise, più di 30 anni dopo, di sviluppare degli inni distinti per l'opera Nazarena nascente in Italia.
Dopo aver terminato la scuola biblica nel 1914 (la facoltà gli rilasciò un diploma), Del Rosso fu nominato pastore della communità di Follonica, una città situata sulla costa ovest dell'Italia, al sud di Pisa. Egli aveva già fatto qualche supplenza come predicatore a Follonica, ma non aveva mai assunto la carica di pastore della communità. Le prime battaglie di quella che sarebbe poi chiamata la Prima guerra mondiale cominciarono in Europa nel mese di luglio del 1914. Durante il primo mese delle ostilità, l'Italia si dichiarò neutra. Come le battaglie si intensificavano nell'Italia del nord, il governo italiano ordinò la mobilizzazione preventiva. Del Rosso fu richiamato al servizio attivo.Dopo essere stato richiamato sotto le armi, Del Rosso ricevette un permesso e fu inviato a casa in attesa di futuri sviluppi. Non poteva accettare alcuna nomina permanente come quella di pastore di una chiesa, ma tramite i suoi contatti valdesi, egli fu accettato come venditore di libri e di bibbie dalla Società Biblica Britannica e Forestiera. Mentre aspettava di vedere quello che succederebbe con la guerra, cominciò a viaggiare a bicicletta attraverso l'Italia centrale vendendo bibbie e libri religiosi sulle piazze pubbliche. Questo lavoro nelle provincie o nelle regioni del Lazio (dove si trova Roma) e della Toscana (dove si trovano Firenze, Pisa e Siena) non andò senza incontrare qualche opposizione. I Protestanti erano una piccola minorità in Italia e si scontravano spesso a un antagonismo aperto da parte della maggioranza cattolica romana. Del Rosso raccontava al soggetto un episodio commovente:
"Mi ricordo che parlavo nella piazza del centro di Capranica (al nord di Roma), predicando a circa duecento donne. Esse ascoltavano attentamente mentre spiegavo diversi passaggi delle scritture. Ne vidi pure qualcuna asciugarsi le lacrime. Comprarono delle parti delle scritture, promettendo di parlarne ai loro uomini quando sarebbero ritornati dal lavoro dei campi. Ma proprio in quel momento, il prete cattolico arrivò e cominciò a far circolare la voce, È un Protestante. Buttatelo fuori'; ed incitò le donne, che si volsero verso di me e cominciarono a minacciarmi.
"Vedendo che era impossibile di continuare a vendere libri e bibbie, raccolsi tutto il materiale e mi avviai verso l'albergo. Ma fui seguito dalla folla infuriata e aizzata contro di me da quel prete fanatico. Passammo davanti a un fruttivendolo e queste donne infuriate presero ogni specie di frutta e legumi e cominciarono a buttarmele addosso. Malgrado tutto, ce la feci ad arrivare all'albergo, ma la folla circondò il piccolo edificio.
"Nella mia camera al secondo piano, mi gettai in ginocchio e cominciai a pregare e all'improvviso tutto si calmò fuori. Lanciai uno sguardo dalla finestra … e la strada era vuota. Dio aveva salvato la mia vita per puro miracolo. Infatti, in quello stesso momento, dei camion pieni di militari in congedo erano arrivati e la gente mi aveva lasciato per andare a festeggiare."
Quella sera, Del Rosso uscì dall'albergo senza essere visto e si diresse a piedi verso la stazione che si trovava a due kilometri per tornare in treno a Siena.
A un certo punto, degli Italiani influenti cominciarono a pensare che la posizione neutra del loro paese nella guerra non era la più profittabile per gli interessi a lungo termine dell'Italia. Immaginarono il prestigio e un più vasto territorio che una guerra vittoriosa potrebbero portare alla loro patria da poco riunita. Così, nell'aprile del 1915, senza consultare il Parlamento o la pubblica opinione (entrambi i quali chiaramente preferivano la neutralità) il Primo ministro italiano Antonio Salandro concluse il trattato segreto di Londra. Con questo, l'Italia combatteva al fianco dell'Inghilterra e della Francia, contro i suoi precedenti amici, la Germania e l'Austria. Tre settimane dopo, la Germania andò in guerra contro la Russia. L'Italia entrava nella Prima guerra mondiale come uno dei poteri alleati. Il 23 maggio, un venditore ambulante di bibbie dell'Italia centrale era diventato un caporale nel 87esimo reggimento italiano al fronte Austro-Ungherese. La contribuzione più importante dell'Italia in questa guerra era di tenere occupato l'esercito tedesco nella zona montagnosa della frontiera fra l'Italia e l'Austria. Il combattimento fu aspro. Un sacco di gente, militari e civili, morirono e furono distrutti edifici, ferrovie e ponti. Per quasi 39 mesi consecutivi, Del Rosso fu in quella mischia al fronte. A causa delle sue capacità intrinsiche e della grande mortalità fra i soldati, Del Rosso fu rapidamente promosso. Nel 1916, diventò un ufficiale cadetto. Un mese dopo, fu promosso sottotenente. Nell'ottobre di quell'anno, partecipò a una battaglia in cui i due terzi dei suoi commilitoni italiani furono uccisi. Assegnato al Ventiduesimo reggimento, nove mesi dopo egli si ritrovò promosso luogotenente. Durante quei lunghi mesi di intensi bombardamenti, Del Rosso mantenne la ferma credenza che il Signore, che l'aveva chiamato per assumere il ministerio, gli avrebbe permesso di tornare a casa sano e salvo. Fu ferito due volte, una volta alla testa da una granata a mano e una seconda alla mano destra dalla fiamma di un fuso. Ci fu un'epidemia di colera nel suo battaglione che fu messo in quarantina per un mese. "Vidi morire ufficiali e soldati nella mia sezione e nel mio dormitorio” ci dice, "ma il Signore mi salvò miracolosamente da quella malattia contagiosa." Come una piccola contribuzione all'opera del Regno di Dio mentre era al fronte, egli mandò la sua paga alla famiglia Coppini da utilizzare per spargere la Parola. Il 15 aprile 1917, il Congresso americano dichiarò la guerra alla Germania e prima della firma dell'armistizio un anno e mezzo dopo, due milioni di soldati americani arrivarono al fronte francese.
Sarà proprio tramite un'invasione simile di GL americani che Del Rosso prenderà contatto con la Chiesa del Nazareno. Ma la realizzazione di questa storia dovrà aspettare fino alla Seconda guerra mondiale e all'invasione dell'Italia, che allora combatté al fianco della Germania invece che con i suoi avversari.
A un certo punto, durante il suo servizio sul fronte austriaco, Del Rosso fu sospettato di essere una spia. Il suo comandante generale aveva ricevuto un rapporto inquietante sulla corrispondenza di Del Rosso con persone di un paese straniero. Un cappellano cattolico troppo zelante aveva notato strane parole, che risuonavano quasi come un codice, tali "Maranatha" e "Hallelujah" sulle cartoline postali inviate da Del Rosso alla famiglia Coppini che viveva in quei tempi in Svizzera. Turbato da ciò che potevano essere delle comunicazioni indirizzate al nemico, il cappellano rapportò i suoi sospetti al generale. Del Rosso fu convocato. Sorpreso dall'accusa di tradimento, e poi divertito da essa, Del Rosso spiegò al generale cosa quelle parole significassero e continuò con la sua testimonianza personale. Il generale si alzò, strinse la mano di Del Rosso e gli disse di sentirsi libero non solo di scrivere quelle parole sulle cartoline postali, ma anche di condividere la sua testimonianza con gli ufficiali e gli uomini della brigata.
Nel 1918, quando la guerra tirava verso la fine, Del Rosso fu promosso capitano. Questa promozione gli portò anche un benvenuto cambiamento inviandolo lontano dal fronte. Fu incaricato di sorvegliare una compagnia di prigionieri iugoslavi a qualche distanza dal fronte.
Mentre serviva lì, durante uno dei suoi brevi permessi, si sposò con la ventenne Nina Batacchi, la stessa ragazza battista di Firenze per la quale aveva pregato nel 1914. L'attivismo di Niny nella Chiesa battista le aveva attirato l'opposizione e la derisione della sua famiglia, ma Niny era rimasta fedele alla sua fede. Allorché Alfredo ed essa avevano due personalità diverse, sicuramente essi si complementavo l'un l'altro. Quello stesso anno, la madre di Alfredo morì. Nell'autunno, gli Italiani vinsero l'esercito degli Hapsburg a Vittorio Veneto e subito dopo ci fu l'armistizio dell'11 Novembre. Durante quei tre anni, che uno scrittore italiano ha definito "il suicidio dell'Europa," Del Rosso ricevette due medaglie: la Croce di Guerra e l'Elogio del Re. Con la fine della guerra, Del Rosso fu messo nella riserva permanente dove rimase fino al suo richiamo sotto le armi nel 1941, al principio della Seconda guerra mondiale.
Del Rosso cominciò a cercare un modo di entrare nel ministerio attivo. I Valdesi, già sul declinio, avevano grandi difficoltà finanziarie. Così, la stessa chiesa di Del Rosso non aveva un posto per un giovane pastore come lui. I Battisti invitarono i giovani sposi a mettersi con loro. Del Rosso ci dice: "Il presidente dell'unione mi domandò se io volessi accettare un posto di pastore in una delle loro chiese di Roma. Io risposi loro che ero stato chiamato a predicare la Parola del Signore. Accettai il posto perché la chiesa mi promise di accordarmi la libertà di predicare la piena salvezza." Però, diventò presto chiaro che la missione battista scozzese non aveva la più pallida idea di quel che Del Rosso voleva dire quando aveva richiesto "la libertà di predicare liberamente la piena salvezza."
Niny e Alfredo Del Rosso traslocarono a Roma dove Alfredo fu ordinato al ministerio da una chiesa battista locale. Quasi subito dopo, la sua predica della piena salvezza e della vita santa cominciarono a creargli problemi nel suo nuovo incarico. Egli ebbe una discussione con la moglie del presidente dell'Unione battista durante la quale essa insistì affermando che noi possiamo essere salvati dai "nostri peccati, ma non dal nostro peccato." Del Rosso rispose impetuosamente che non era d'accordo. Poiché il presidente stesso fumava, non passò molto tempo prima che i due uomini avessero qualche divergenza al riguardo di ciò che Del Rosso denunciava come abitudini mondane e vizi. Le autorità battiste persuasero Del Rosso di accettare un trasferimento in un'altra chiesa. Essi pensarono che forse la chiesa dove era stato nominato era troppo vecchia con tradizioni familiari radicate da troppo tempo per rispondere favorabilmente al suo genere di predica. Così, i capi della chiesa battista domandarono a Del Rosso di trasferirsi in una chiesa situata a Trastevere, una zona più povera vicino alla città del Vaticano. Questo è un quartiere popoloso e la gente che ci vive si definisce come i più Romani di Roma. Ma anche lì, all'ombra della Basilica di San Pietro, il calore generato dai bolidi di questo giovane predicatore era ancora troppo per essere accettato dai dirigenti della chiesa battista. Fu così che nel 1921 Alfredo Del Rosso fu trasferito con la moglie ed il figlio di due anni nella città marittima di Civitavecchia a circa 60 km al sud di Roma.
Al principio degli anni 1920, l'Italia stava traversando delle perturbazioni sociali e politiche. Il Partito comunista italiano era nato lo stesso anno nell'Italia del Nord allorché Del Rosso aveva traslocato a Civitavecchia. La nascita di questo nuovo movimento era stata accompagnata da conflitti sanguinosi fra operai e polizia. Il movimento fascista capeggiato da Mussolini si era trasformato in un partito politico e, nel 1922, riuscì ad impadronirsi del governo. Fu in mezzo a tutto questo trambusto che il rinnovo della fede ebbe luogo nella communità di Civitavecchia sotto la guida di Del Rosso. Nel periodo di cinque anni in cui i Del Rosso restarono a Civitavecchia, essi battezzarono più di cento persone, e la congregazione costruì una bella casa pastorale per rimpiazzare la casa di una stanza che aveva accolto i Del Rosso al loro arrivo nel 1921.
Nel 1924, Pio Boccini, un battista di Roma che lavorava per le ferrovie, rimase intrigato da ciò ch'egli aveva udito su Del Rosso ed il suo ministerio a Civitavecchia. Così, Pio Boccini vi si recò apposta per vedere Del Rosso. Boccini fu così impressionato che ci ritornò nel 1925 per essere presente all'inaugurazione della nuova chiesa di Civitavecchia. Da allora, una grande amicizia legò i due uomini e durò fino alla morte di Pio nel 1975 a Roma.
Anche a Civitavecchia, l'accento messo da Del Rosso sul modo di vivere santamente disturbava molti dei vecchi parrocchiani della chiesa. Il risveglio? Certo! Nuove conversioni? Senz'altro, ma vivere santamente era un tutt'altro affare. Per esempio, Del Rosso insisteva che le feste di matrimonio non si terminassero con balli di ubriaconi. Ed i diaconi pensavano que nessun pastore avesse il diritto di insistere su questo punto. Dopo tutto, non viviamo noi di sola fede e non di lavoro? Arrivati al 1926, certi vecchi parrocchiani della chiesa locale non ne potevano più. Fecero appello alla sede sociale dell'Unione battista per richiedere che fosse fatto un esame della dottrina del loro pastore. Non potevano metterlo fuori basandosi sul fatto ch'egli era contro il fumo, l'alcool e il ballo, malgrado ciò fosse proprio il punto della controversia. Il solo terreno legittimo sul quale potevano attaccare il Pastor Del Rosso era d'ordine dottrinale. Infatti, qualche membro della Chiesa battista pensava che le sue prediche sul battesimo tramite il Santo Spirito come un'azione necessaria alla rigenerazione rilevassero dalla dottrina dell'Assemblea Pentecostale di Dio, una denominazione che era entrata a Roma e nell'Italia meridionale nel 1908.
Detto fatto, vennero a Civitavecchia dei capi ecclesiastici battisti. Non era quello un tempo di tolleranza fuori dalla chiesa. Sulla scena politica, tutti i partiti politici a parte i fascisti erano stati soppressi. I giornali che rifiutavano di seguire le direttive del partito erano stati chiusi. La cultura dell'intolleranza faceva la vita dura a chiunque avesse opinioni divergenti da quelle dell'autorità regnante, tanto nel campo religioso che politico.
Dopo essersi intrattenuti con Del Rosso e con i membri della sua chiesa, i capi battisti decisero che Del Rosso credeva e predicava molto di più di ciò che un buon discendente spirituale di John Calvin avrebbe dovuto. Riconobbero che egli si era servito del Santo Spirito per portare il risveglio in tutte le chiese battiste in cui aveva esercitato il suo pastorato. Ciò nonostante, avendo il sentimento ch'egli si sentirebbe più a suo agio in qualche chiesa pentecostale (e essi si sarebbero certamente sentiti più a loro agio sapendolo là), gli consigliarono di dare le sue dimissioni e di andare a riempire la sua missione altrove. A quel punto, né lui né le autorità battiste conoscevano la nuova Chiesa del Nazareno che pur essendo sorta da poco negli Stati Uniti, contava già 63,000 membri. Così, essi non poterono raccomandare a Del Rosso di porre la sua candidatura presso i Nazareni. Ciò poteva pure non avere avuto nessuna importanza, se ne fossero stati al corrente.
Nel 1926, l'opera missionaria della Chiesa del Nazareno all'estero era in crisi. Le risorse della denominazione erano state gestite male. Mentre alcuni nuovi paesi erano entrati a farne parte all'inizio del 1926, arrivati alla fine dell'anno il preventivo operativo delle missioni aveva dovuto essere tagliato di un terzo. Ventinove missionari erano stati richiamati (su un personale totale di circa 90). Così, anche se a questo punto ci fosse stato un contatto fra Del Rosso e i Nazareni, nessun aiuto finanziario avrebbe potuto essere concesso anche a un “pastore nazionale”. Certo, nessun missionario nazareno avrebbe potuto essere inviato in Italia per ancora molto tempo. Secondo la Provvidenza divina, il contatto fra questo giovane predicatore e i Nazareni dovrebbe farsi più avanti ed in tempi più propizi. . . . [ continua a leggere ]
Una notte, Del Rosso e sua moglie stavano combattendo con la decisione. Improvvisamente, il loro figlio di sette anni Paolo si sedette nel suo letto in un angolo della stanza: “Prendete il libro,” disse indicando la Bibbia, “e leggete a pagina 242.” Poi si rimise giù e continuò a dormire. . . . [ leggi oltre ] |
La documentazione per stendere questa biografia è stata raccolta in Italia, verso la fine degli anni 1970, da lettere, libri, articoli di riviste ed interviste con principali personalità, fra cui diversi missionari operanti in Italia, Alfredo Del Rosso in persona (1890-1985) e membri della sua famiglia. Molte delle persone intervistate per la sua biografia sono ora morte.
Howard Culbertson,